di Ranieri Razzante
- Le criptovalute
In un articolo scritto tempo fa, ho spiegato l’alto contenuto speculativo e privo di alcuna regolamentazione di queste valute inventate elettronicamente. La speculazione non è reato, attenzione, e non è un male assoluto. Essa muove il mercato, e spesso lo spinge al bene. L’equilibrio finale si crea con l’intervento delle Autorità monetarie, statali e sovranazionali. Ma con le criptovalute tutto ciò non è possibile, perché non esistono investitori “di ultima istanza”, per l’appunto le banche centrali e i fondi, disposti al “whatever it takes” che l’allora Presidente Bce Draghi lanciò per riequilibrare il mercato monetario e finanziario della Ue in una fase critica, non tanto delle quotazioni, ma dei saldi di bilancio dei principali stati europei. Anche per questo i bitcoin e altri non sono detenuti come riserve dalle banche centrali, che invece accumulano valute e oro per far fronte alle oscillazioni delle monete autorizzate. Tutto quanto sopra non sta assolutamente a significare che le criptovalute siano illegali. Ma che possano essere più facilmente utilizzate per fili criminali questo sì. Succede al denaro, figuriamoci a un bene i cui passaggi non possono ancora essere sufficientemente tracciati dalle Autorità regolatrici del mercato e da quelle di Polizia.
2. La valigetta virtuale del riciclaggio e delle mafie
Mentre è quasi impossibile fare transazioni finanziarie illecite sul web in euro o in dollari, quotidianamente ciò avviene con le criptovalute, e si ricorderà ciò che scrissi, sempre a proposito dell’Afghanistan e di Ethereum. La valigetta di contante del mafioso o del terrorista è stata sostituita da portafogli elettronici di criptofinanza, non ancora regolamentata, purtroppo. Christine Lagarde ricorda altresì che si sta lavorando alla creazione dell’euro digitale, a valute digitali, proprio perché si vuole dare il “green pass” a strumenti diversi dal contante. Non senza, però, come dice la Presidente stessa (e con somma soddisfazione per altre battaglie di chi scrive) aver considerato che è “importante, però, che la gente abbia delle alternative”. Ad essere obiettivi, infatti, alcune analisi spesso si sono spinte (e si spingono) a tacciare di “abusività” anche il nostro contante, nella presunzione di maggiore utilizzo possibile per operazioni illecite. Questo è ipotizzabile, perché no, ma oggi solo marginalmente, e certo non dalla gente che quotidianamente fa la spesa. Tutto può diventare illecito, se utilizzato in modo contrario alle norme. Ma ciò non può avvenire per il contante, riconosciuto e creato dalle banche centrali di tutto il mondo. I bitcoin e i suoi gemelli esistono perché emessi da soggetti privati, e ciò non è ancora ammesso dai nostri ordinamenti finanziari.