Home Costume e Società Gallerie Nazionali di Arte Antica

Gallerie Nazionali di Arte Antica

Palazzo Barberini, Sale Del Cinquecento: Sala Raffaello Foto di Alberto Novelli

PALAZZO BARBERINI: IL NUOVO ALLESTIMENTO DELLE SALE DEL CINQUECENTO

di Katrin Bove

Le Gallerie Nazionali di Arte Antica, nell’Ala Nord del piano nobile di Palazzo Barberini, riaprono le porte delle sale del Cinquecentodalla n. 12 alla n. 18, completamente rinnovate e riallestite. 

Con questo intervento, a cura di Flaminia Gennari Santori con Maurizia Cicconi e Michele Di Monte, si concludono i lavori di riqualificazione del piano nobile di Palazzo Barberini secondo un impianto concettuale cominciato nel 2017 con il riallestimento dell’Ala Sud e continuato con le sale del Seicento nel 2019. “L’intento – sottolinea Flaminia Gennari Santori – è quello di restituire al pubblico un percorso organico e facilmente leggibile, in una struttura espositiva narrativa che metta in risalto anche la storia del palazzo e delle sue collezioni”.Il rinnovamento delle sale ha interessato le strutture architettoniche, l’impianto di illuminazione, la grafica e gli apparati didattici, con nuovi pannelli esplicativi e didascalie ragionate.Le 42 opere, appartenenti alle collezioni delle Gallerie Nazionali di Arte Antica a cui si aggiungono una serie di prestiti temporanei da collezioni pubbliche e private, sono disposte secondo una migliore visibilità che integra e coordina un ordine cronologico-geografico con momenti tematici e approfondimenti monografici. Molto intenso in questi mesi il lavoro del laboratorio di restauro del museo che ha analizzato tutte le opere, sottoponendo alcune di esse a lavori di natura conservativa o di restauro.Il nuovo percorso prevede l’ingresso dall’atrio Bernini dove ad accogliere il visitatore è la monumentale Velata di Antonio Corradini. Scolpita nel 1743 durante il soggiorno romano dell’artista, la Vestale è avvolta in un velo impalpabile, simbolo della pudicizia e della castità richieste per il sacro ruolo di sacerdotessa del fuoco di Vesta, che fa trasparire le forme sottostanti. Nella mano sinistra regge il setaccio che, con l’aiuto della dea, le permise di raccogliere le acque del Tevere, scampando la morte.

Palazzo Barberini, Sale Del Cinquecento: Sala18
Foto Alberto Novelli

La prima opera del percorso espositivo è Il Galata, scultura romana antica appartenente alla collezione Barberini: una scelta emblematica per sottolineare come il percorso di visita includa anche la storia del Palazzo e dei suoi proprietari. La statua, nel suo attuale aspetto, è in realtà il frutto di un esteso rifacimento – voluto probabilmente dagli stessi Barberini – condotto su una scultura mutila romana del I secolo d. C., derivata a sua volta da un gruppo monumentale ellenistico databile alla prima metà del II secolo a. C.

Nella sala 12Tradizione e devozione, la Sacra Famiglia di Andrea del Sarto è accompagnata da opere con lo stesso soggetto: la Madonna con Bambino e san Giovannino del Beccafumi, la Sacra Famiglia di Perin del Vaga e la Madonna Hertz di Giulio Romano.

La sala 13, dedicata interamente a Lorenzo Lotto, ospita il Matrimonio mistico di santa Caterina con i santi Girolamo, Giorgio, Sebastiano, Antonio Abate e Nicola di Bari per permettere al visitatore una visione approfondita di questo capolavoro. Accompagnano il dipinto due cofanetti “in pastiglia” di ambito veneto-ferrarese degli inizi del XVI secolo.A seguire, la sala 14 si focalizza sulla pittura ferrarese, con opere di Garofalo e Dosso Dossi, mentre la sala 15 è dedicata al Cinquecento senese, con i lavori di Marco Bigio, Girolamo Genga e del Sodoma.

La sala 16, dal titolo Lo sguardo del Rinascimento, approfondisce il genere del ritratto, dando una suggestiva panoramica dell’interesse per la rappresentazione dell’individuo che si afferma proprio nel Cinquecento. Qui ritroviamo alcune delle opere più celebri delle Gallerie Nazionali, dalla Fornarina di Raffaello al Ritratto di Stefano IV Colonna del Bronzino, dalla Maria Maddalena di Piero di Cosimo all’Enrico VIII attribuito a Hans Holbein, insieme ai ritratti di Niccolò dell’Abate, di Quentin Metsys e di Bartolomeo Veneto.

Proseguendo per la sala 17, dedicata alla pittura della Maniera centro-italiana, è stato recuperato dal deposito del Museo Statale di Arezzo, la grande pala di Giorgio Vasari e bottega con l’Allegoria dell’Immacolata concezione, che sarà eccezionalmente presentata al pubblico durante le prime due settimane di esposizione, prima di essere sottoposta a delicati interventi di restauro al termine dei quali l’opera verrà riallestita affiancando quelle del Maestro della Madonna di Manchester, del seguace di Maarten van Heemskerck, di Daniele da Volterra, di Jacopino del Conte, di Francesco Salviati e di Pierino da Vinci.

Il percorso si conclude nella sala 18, la Sala Sacchi, detta anche della Divina Sapienza: qui, come a volerne rievocare la rilevante funzione originaria di massima rappresentanza simbolica degli appartamenti del Principe Taddeo Barberini, le opere esposte sono destinate a illustrare e a presentare i protagonisti della famiglia Barberini, con i ritratti dipinti e scolpiti di Urbano VIII e dei suoi nipoti realizzati da Gian Lorenzo Bernini, Giuliano Finelli, Lorenzo Ottoni. Al centro della sala, i due Globi della sfera celeste e terrestre di Matthäus Greuter, che evocano, pur non essendo certa la provenienza, lo spiccato interesse dei Barberini per gli oggetti legati alle nuove discipline ottiche, fisiche, astronomiche e, nella fattispecie, cartografiche.