La storia (poco nota) del successo di una dinastia imprenditoriale giunta alla sesta generazione
di Andrea Giacobino
“Ogni anno andavo in vacanza. Andai in questo bar a Firenze, sull’Arno. Ogni sera mi sedevo e ordinavo un Fernet Branca”. La battuta è di Sir Michael Caine: il grande attore nel film “Il cavaliere oscuro” diretto nel 2012 da Christopher Noan è “Alfred”, il fidato maggiordomo di Bruce Wayne, alias “Batman” interpretato da Christian Bale. Ma lo sparring partner dell’uomo-pipistrello, terrore dei cattivi e dei criminali di Gotham City, è arrivato buon ultimo a far conoscere il liquore italiano ai fruitori del grande schermo che il piccolo schermo ancora in bianco e nero aveva già raccontato in modo artistico negli anni Sessanta ai nostri connazionali. Restano infatti famose nella storia della pubblicità le campagne televisive del Fernet: dal Carosello col filmato animato con la plastilina dell’artista Fusako Yusaki, al motto “Sopra tutto Fernet-Branca”, sempre con l’utilizzo costante dell’aquila, icona dell’azienda Branca nel celebre marchio del “Mondo” Branca, creato nel 1895 da Leopoldo Metlicovitz e presente anche nello spot della recente campagna “Io sono la mia storia”.
Mentre la versione Branca Menta, prodotta dal 1965, ha invece avuto una sua connotazione pubblicitaria, diversa dalla versione classica: lo spot che lo ha pubblicizzato per molti anni, infatti, mostrava la scolpitura nel ghiaccio di un rozzo bicchiere in cui veniva servito. Il Fernet-Branca è un amaro italiano composto da 27 erbe e spezie provenienti da quattro continenti, prodotto dal 1845 dalla Fratelli Branca Distillerie di Milano detenuta dalla Branca International, holding della omonima famiglia controllata e presieduta da Niccolò Branca, classe 1957, e giunta alla sesta generazione.
La ricetta del primo Fernet italiano risale al 1842, con la denominazione Fernet Vittone. L’amaro fu inventato tre anni dopo nella sua drogheria di Milano da Bernardino Branca (1802-1886), originario di Pallanza, cittadina sul lago Maggiore sponda piemontese, che poi fondò lo stabilimento per la produzione industriale, dando vita all’azienda di famiglia con il fratello Stefano nel 1862.La ricetta è tuttora segreta e tramandata di padre in figlio. Tra gli ingredienti figurano cannella, aaloe, rabarbaro, camomilla, cinchona, zedoaria, galanga, tiglio, arancia amara, iris, zafferano e mirra in una base di alcool di vite. Tutte le componenti delle erbe entrano a far parte della formula di Fernet-Branca: fiori, foglie, radici e fusti con cui si producono infusi alcolici, estratti e decotti che, opportunamente miscelati, conservano le benefiche proprietà che si trovano nel prodotto. Successivamente viene maturato con un invecchiamento di almeno un anno in botti di rovere. La gradazione alcolica è stata progressivamente ridotta da 46° agli attuali 39°.
Fernet Branca è servito di solito come digestivo dopo un pasto, ma può essere anche gustato liscio a temperatura ambiente, con ghiaccio, con il caffè o in aggiunta alla cola. Il Fernet è molto popolare in Argentina, dove ha sede uno stabilimento dell’azienda, soprattutto tra il pubblico giovane. Qui viene bevuto quasi sempre mescolato con Coca-Cola e con ghiaccio. Il Branca Menta viene invece mescolato alla Sprite.
I prodotti Branca non si fermano qui: dallo Stravecchio alla grappa Candolini, dal Caffè Borghetti al Punt e Mes e ai vermut Carpano le referenze nel portafoglio del gruppo sono ben 24. Nel 2019 (ultimo bilancio disponibile), la famiglia Branca è riuscita a ottenere migliori risultati a livello civilistico perché la sua Branca International ha chiuso l’esercizio con un utile di 74,1 milioni di euro rispetto ai 62,5 milioni dell’anno precedente e gli azionisti si sono visti confermare il dividendo di 7,7 milioni destinando a riserva il restante profitto e facendo così salire il patrimonio netto a 512 milioni. Niccolò Branca ha spiegato che l’utile è stato “determinato prevalentemente dall’incasso del dividendo di 63 milioni pervenuto dalla controllata Fratelli Branca Distillerie che controlla l’argentina Fratelli Branca Destilerias”, cui si sono aggiunti 2,7 milioni dal Centro Studi Fratelli Branca e 10,1 milioni frutto dei restanti investimenti finanziari. Per contro il risultato consolidato è lievemente diminuito anno su anno da 57,5 a 55,9 milioni a fronte di ricavi per 245 milioni, in calo del 6,6% sul 2018. Nel dettaglio il fatturato di Fratelli Branca Distillerie è stato di 107,1 milioni (+10,1% sull’anno prima) con un risultato netto sceso del 27,6% a 52 milioni; mentre i ricavi di Fratelli Branca Destilerias sono stati di 119,1 milioni rispetto ai 139,5 milioni dell’anno prima e l’utile è diminuito da 43 a 36 milioni.
La holding dei Branca ha visto la liquidità netta progredire anno su anno da 486 a 504,8 milioni, investita per il 62,5% tramite portafogli amministrati contenenti diverse tipologie di asset class e per il restante 37,5% attraverso gestioni patrimoniali. Il risultato della gestione finanziaria al lordo della componente del cambio è stato positivo per 3,8 milioni (negativo per 15 milioni nel 2018), registrando così un rendimento medio annuo dello 0,8% e al netto delle rettifiche di valore e dell’effetto cambio euro/peso argentino è stato positivo per 6,8 milioni. Il portafoglio di asset finanziari ha un controvalore di 300,8 milioni, concentrato per 136 milioni in obbligazioni, 42 milioni in etf, 20 milioni in quote di fondi chiusi, 35,4 milioni in fondi bilanciati e flessibili, 27 milioni in azioni, 24 milioni in certificates mentre gli investimenti in hedge fund sono stati azzerati.