DAL TURISMO ALLA FARMACEUTICA, DALLE COSTRUZIONI ALL’AUDIOVISIVO, SONO NUMEROSI I FATTORI CHE POTRANNO SOSTENERE LA RIPARTENZA A ROMA E NEL LAZIO. A PATTO CHE…
di Pietro Romano
“L’evoluzione della profilassi vaccinale sarà determinante per tempi e modalità della ripresa nel Lazio come in tutta Italia. In particolare, a Roma e nel Lazio, influenzerà l’andamento del turismo che nella Capitale è tra i settori economici più importanti. Per quest’anno prevediamo presenze turistiche pari al 70 per cento di quelle registrate nel 2019 con una forte crescita dei turisti italiani a scapito degli stranieri. Proprio la ripartenza del turismo potrebbe rappresentare l’equivalente di una iniezione di ottimismo per tutta l’economia locale, e non solo”. Così Pierluigi Monceri, responsabile della Direzione regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo apre la sua conversazione con “Ore 12 Economia” focalizzata prima di tutto sulle previsioni economiche per il Lazio nel breve periodo. Ma la sua analisi, fondata primariamente sulle indagini condotte da Intesa Sanpaolo e strutture collegate, non si limita al turismo. “Un altro comparto potenzialmente in forte crescita – sottolinea – è quello delle costruzioni. Ci auguriamo che il Superbonus 110 per cento mirato a migliorare il patrimonio edilizio attraverso interventi per accrescere l’efficienza energetica e antisismici possa, magari ancor più semplificato, fare da volano per un’altra filiera rilevante dell’economia di Roma e Lazio. Il miglioramento, anche estetico, dell’assetto urbano e il calo dell’inquinamento, dovuto alla riduzione dei consumi energetici, potranno a loro volta creare un ambiente più vivibile e di conseguenza più attraente per i turisti”.Alla luce anche della pandemia, il settore farmaceutico continuerà a giocare un ruolo fondamentale non solo nella lotta contro il virus. “La farmaceutica – mette in rilievo – è da tempo un fattore di sviluppo regionale. Si pensi che l’export farmaceutico nell’ultimo decennio è triplicato. Le esportazioni di questo comparto valgono ormai la metà dell’export regionale complessivo. Il suo ruolo, dicevo, è però molto probabilmente destinato a incrementarsi ancor di più sulla scorta dell’emergenza sanitaria scoppiata all’inizio dell’anno scorso. L’hub laziale e quello abruzzese potrebbero rivelarsi determinanti per condurre in porto con successo l’attuale politica vaccinale e impegnarsi su altri fronti simili”.Oltre ai settori produttivi più tradizionali, il direttore Monceri invita ad accendere i riflettori, è proprio il caso di dirlo, sull’industria del cinema, un tempo addirittura trainante per l’economia e l’occupazione capitolina. “Naturalmente più che di industria del cinema, un termine ormai riduttivo – tiene a precisare – ci si deve riferire ormai al più ampio mondo dell’audiovisivo in tutte le sue declinazioni. Con un di più che questa filiera comporta anche come volano di un turismo particolare, quello della visita ai set, prima di tutto a Cinecittà, centro di richiamo mondiale, ben radicato nell’immaginario collettivo, ma senza trascurare i numerosi set naturali offerti da Roma e da tante aree extraurbane”. A Roma e nel Lazio, insomma, non mancano i trampolini di lancio della ripresa economica da sfruttare per invertire una tendenza alla decadenza che durava da anni e si è aggravata con la crisi socio-economica scaturita dall’emergenza sanitaria. Una crisi socio-economica affrontata, con l’amministrazione pubblica, in prima linea dal mondo del credito, al quale pure non sono mancate le critiche.“Per quanto riguarda Intesa Sanpaolo – afferma il direttore Monceri – siamo intervenuti con immediatezza e massicciamente seguendo logiche emergenziali. Ammontano a ben cinque miliardi, infatti, i crediti oggetto della moratoria Covid di nostra competenza. Di questi ben tre miliardi relativi a piccole e medie imprese. Abbiamo, inoltre, garantito una iniezione di liquidità alle aziende pari a 1,6 miliardi vale a dire il doppio del 2019”. Dalla logica emergenziale si dovrà uscire, però… “Il tema più caldo ora diventa quello del riequilibrio – replica – senza programmare brusche retromarce, e per quanto ci riguarda non ne abbiamo per nulla l’intenzione, e sempre procedendo lungo i binari della generosità che ci hanno contraddistinto. Stiamo lavorando alla riduzione dell’onere mensile destinato a gravare sui debitori tanto delle somme interessate dalla moratoria quanto dei finanziamenti a sei anni. Puntiamo ad alleggerire la situazione finanziaria, il che significa anche facilitare il ritorno agli investimenti in visione prospettica, come fattori di sviluppo”. In questa prospettiva di sviluppo, appunto, per Roma, il Lazio e le regioni limitrofe e integrate (quali Abruzzo, Molise, Umbria) come si posiziona Intesa Sanpaolo? “Noi seguiamo una decina di filiere – spiega – convinti che la cultura delle filiere possa far crescere in maniera armoniosa e robusta tutte le sue componenti. Innovazione e internazionalizzazione, in particolare, sono dei punti di forza che la cultura della filiera può diffondere e far germinare. In chiave di accesso al credito, poi, non c’è dubbio che la presenza di un’impresa capo filiera solida possa far bene a tutti i componenti della filiera stessa. Ecco perché noi siamo fautori dell’aggregazione e cerchiamo di favorire la trasmissione della sua cultura. Aggregazione non solo di singole imprese, ma anche di intere filiere, o parti di esse, e di territori. In tale ottica, tenendo conto che il Lazio ha un peso specifico ben superiore a quello delle regioni vicine è quasi scontato che debba diventare un diffusore di cultura aziendale, spingendo prima di tutto sui processi di sostenibilità e di digitalizzazione, stimolando nel contempo le attività di internazionalizzazione che la pandemia ha frenato e ridotto quando non bloccato. Per ora bisogna essere consapevoli che la situazione non tornerà più all’era pre-Covid, perlomeno nel prossimo futuro. Nessuno vuole sconfessare il mercato globale ma nel futuro più vicino a noi le relazioni dirette saranno favorite e di conseguenza andranno sostenuti primariamente – conclude il direttore Monceri – i sistemi territoriali omogenei, com’è il caso dell’area macroregionale che ha in Roma e il Lazio il proprio nucleo, dove potrebbe avere anche il proprio motore”.