Tanto impegno, passione e studio per curare malattie sempre più diffuse e socialmente rilevanti
di Danilo Quinto
Il Dott. Roberto Chiappa è il direttore scientifico di ORE 12 SANITA’. Medico Chirurgo Vascolare e Radiologo interventista, è da quattro anni Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma. Da sempre interessato allo sviluppo delle nuove tecnologie ed alla loro applicazione nel campo clinico, si occupa delle patologie arteriose dei distretti aortico, iliaco femorale e carotideo, affiancando alle tecniche chirurgiche tradizionali l’utilizzo di metodiche e strumenti endovascolari. La strategia integrata di trattamento ed il ricorso a tecniche “meno invasive” gli permette di ridurre sensibilmente i rischi chirurgici, mantenendo inalterata la qualità della cura. Promotore di collaborazioni interdisciplinari, affronta il complesso trattamento della ischemica critica, in particolar modo nei pazienti diabetici, insieme ai colleghi internisti, diabetologi e chirurghi plastici. Ha prestato particolare attenzione anche ai progressi della chirurgia flebologica, maturando una solida esperienza nel trattamento mininvasivo della patologia venosa degli arti inferiori (cura endoluminale dell’insufficienza safenica, chirurgia ambulatoriale e trattamento con scelromousse delle vene varicose). All’intensa attività clinica, affianca una costante e proficua attività di ricerca e produzione scientifica; è coautore di più di 120 pubblicazioni di interesse medico e contribuisce al bisogno formativo dell’azienda ASL Roma2 come delegato di area chirurgica per la formazione
Qual è la sua storia professionale?
Nasco in provincia. Mio madre era chirurgo, mia madre insegnante di lingue straniere. Dai miei genitori ho ereditato la passione per la cura delle persone, per la scoperta ed il viaggio; sono sempre stato attratto dalle nuove tecnologie, dai progressi della scienza e soprattutto dalla loro applicazione per il miglioramento della qualità della vita e la cura delle malattie. Volevo essere uomo di scienza, amavo la fisica, l’astronomia e la matematica, ma ho scelto la chirurgia perchè mi permetteva di unire la passione per la scienza e l’innata disposizione a riparare, utilizzando soprattutto le mani. La curiosità e la voglia di viaggiare mi ha spinto a perfezionarmi all’estero, con esperienze lavorative in centri cardiochirurgici a Houston (TX, USA) e Tours (Loira, FR), ma non ho mai dubitato di voler tornare in Italia per contribuire al benessere del mio Paese. La specializzazione in Chirurgia Vascolare mi ha regalato la possibilità di partecipare ed essere protagonista di una vera e propria rivoluzione, in un campo in cui l’evoluzione delle biotecnologie ha radicalmente cambiato l’approccio alla diagnosi e alla cura di malattie sempre più diffuse e socialmente rilevanti. La naturale disposizione alla sperimentazione del nuovo, al miglioramento ed alla condivisione mi ha portato ad accettare la sfida del cambiamento e da buon ambidestro, accanto al bisturi che non ho mai avuto intenzione di abbandonare, ho afferrato con la mano che mi restava libera, gli strumenti delle nuove tecnologie endovascolari; ho vestito nuovamente gli abiti dello studente e mi sono specializzato in Radiologia Interventistica. La formazione “allargata” Chirurgica e Radiologica mi permette di governare con appropriatezza clinica ed efficienza gestionale la Direzione di un reparto di Chirurgia Vascolare che si appresta ad affrontare la sfida del cambiamento; la maturità mi ha fatto scoprire che per un buon governo clinico, accanto alle mani ed alla scienza bisogna mettere il cuore e l’anima, la cui cura è l’elemento imprescindibile per il raggiungimento e la conservazione del bene salute.
Perché ha accettato la nomina di direttore scientifico di Ore 12 Sanità?
Perchè trovo altamente sfidante la possibilità di contribuire in maniera diretta e personale alla diffusione del sapere scientifico ed alla sensibilizzazione della popolazione sui temi della ricerca e dell’innovazione nel campo della medicina.
Che importanza attribuisce alla divulgazione scientifica?
La divulgazione scientifica o alfabetizzazione scientifica (science literacy), come piace definirla ultimamente, ha il compito di rafforzare la consapevolezza nell’opinione pubblica di quanto la conoscenza ed il metodo scientifico siano requisiti fondamentali non solo per la salute pubblica, ma per la stessa crescita civile e sociale del nostro paese. L’emergenza Covid ha fatto emergere in modo chiaro il ruolo chiave che la ricerca scientifica svolge nella tutela della salute; la ricerca medica in particolare, pur nella sua razionalità, è tutto fuorchè una disciplina fredda ed astratta, ma al contrario è espressione di vicinanza ed impegno per migliorare la vita di tutti.
Che “insegnamento” ha fornito il Covid-19 al “sistema-salute”?
Ha certamente riportato alla luce l’importanza, costituzionalmente garantita, del bene salute come risorsa ed interesse per l’intera collettività. Ci ha ricordato la centralità del nostro Sistema Sanitario Nazionale, che seppur fiaccato dai recenti continui tagli economici, rimane una risorsa unica di cui andare fieri, espressione di vera democrazia e garante del diritto universale alle cure.
Ci ha insegnato come le scienze mediche siano necessarie per la tutela della nostra salute e di come una corretta ed univoca informazione scientificamente validata sia indispensabile per mettere in atto le misure preventive e di contenimento necessarie, senza cedere ad allarmismi inutili e dannosi non solo per la salute pubblica, ma per l’intero sistema economico del Paese.